Il ritorno a scuola, dopo i giorni di pausa dati dal Carnevale, è decisamente traumatico.
Non che i giorni di vacanza fossero stati talmente tanti da farmi venire un’amnesia temporanea e farmi dimenticare di quanto abbia dovuto affrontare nei mesi passati; ma dopo che i miei nervi avevano goduto di un bagno caldo rilassante, hanno subito il drastico passaggio a una doccia fredda.
Ovviamente comprendo bene che al di là della trincea (per me la cattedra è una vera e propria trincea) i sentimenti erano pressoché gli stessi. In fondo è passato a mala pena un anno da quando ero io la studentessa; so bene che tornare a scuola era una botta nelle gengive. Ma da qui a rendere completamente inutile ogni tentativo dell’insegnante di fare lezione ce ne passa.
E lì riprendono i miei dubbi esistenziali: sarò io una cattiva insegnante o ho avuto soltanto la sfiga di essere capitata in una classe di impossessati dal demonio?
La soluzione è solo una: affogare le proprie tensioni nella crema. Sarei tentatissima di fare ciò anche in senso culinario, ma i miei chili in più – acquistati da poco – mi suggeriscono di stare calma. Mi limito, perciò, a riempirmi di cremine per il corpo, per il viso, per i piedi (probabilmente, se fossero esistite cremine per i denti e per le pupille avrei usato anche quelle). Massaggio la pelle e sussurro ai miei nervi “Giugno deve pur venire. Giugno deve pur venire. Giugno deve pur venire…”