Il dono della scrittura è sempre stato raro, ma sta diventando raro anche il semplice esprimere un proprio pensiero.
Facendo l’insegnante di italiano si viene a contatto più facilmente coi pensieri dei ragazzi. Quando devono scrivere un tema, infatti, è inevitabile che ci mettano qualcosa di loro: un’esperienza vissuta, un parere personale, un retaggio familiare. Ovviamente anch’io, per stimolare in loro il pensiero critico, scelgo apposta argomenti di attualità su cui possano spaziare. O almeno così credevo.
Fino a una decina di anni fa – circa quando io andavo al liceo – i temi di attualità erano quelli che ti facevano fare più spesso per due semplici motivi: perché tanto alla maturità li avresti trovati di sicuro e perché dovevi pur iniziare a informarti sul mondo. Io, perciò, volevo tracciare lo stesso percorso per i miei studenti, ma mi sono dovuta arrendere al fatto che questi ragazzi sono completamente scollegati da qualsiasi tematica attuale.
Non li ha smossi lo scontro politico tra Trump e Kim Jong-Un; non hanno avuto argomentazioni sulla globalizzazione e persino quando ho chiesto di parlare dell’aspetto fisico visto tramite i social si sono confusi e si sono messi a parlare di quali app hanno sul cellulare.
Perché è solo questo che importa: quali app hanno sul cellulare. Non conoscono nulla al di fuori del loro piccolo mondo ristretto, fatto di Facebook e Instagram. Non sono nemmeno interessati a entrare nel mondo reale: tanto sarà noioso e brutto. Così nella loro vita quotidiana non si informano su nulla, nemmeno su argomenti che potrebbero riguardarli da vicino; quando arriva il momento di dover scrivere due parole nei temi si scopre la verità.
Per questo, correggendo i loro temi, mi sembra di leggere la sabbia del deserto: varia nella sua microscopica composizione, ma pur sempre arida. Nessun pensiero particolare, non ci si sofferma a parlare di un argomento per più di una frase.
Ah, dimenticavo… Il loro telefono è talmente importante che scrivono temini di mezza pagina pur di finire in fretta e farsi restituire il proprio telefono.
E’ davvero il deserto.
azzeccata e desolante la metafora della sabbia del deserto
ml
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